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LA CIOCCOLATA MODICANA


La cultura di un popolo racchiude molteplici aspetti come gli elementi storici, le tradizioni, gli usi e i costumi.
Anche la gastronomia contribuisce ad arricchire la cultura di un paese e può aiutare a farne comprendere meglio la storia.
La gastronomia siciliana si fa notare grazie alla preparazione di piatti unici, allo stretto legame con alcune produzioni agricole celebri come i pistacchi, le carrubbe ed il fico d'India ed alcuni prodotti gastronomici simbolo della millenaria tradizione agricola isolana come l'olio extra-vergine D.O.P., gli agrumi ed il vino D.O.C.
La dolceria è forse l'aspetto più celebre della gastronomia siciliana, un settore ricco di produzioni famose che soddisfano tutti i palati, anche quelli più esigenti, un settore che probabilmente in misura maggiore e migliore di ogni altro mostra i segni lasciati dalle passate Dominazioni vissute dall'isola e che meritatamente è considerato il regno della fantasia e delle forme elaborate e caratterizzate da uno profondo significato simbologico. Un degno esempio dei dolci siciliani è la cioccolta modicana, un tipico dolce ibleo che si presenta nella sua caratteristica forma squadrata suddividibile in quattro parti e nella sua lunghezza di circa 15 cm, dolce dalla fama sempre crescente e che ancor oggi è preparato seguendo una tradizionale ricetta che affonda le sue radici nella passata Dominazione Spagnola vissuta dalla Contea.
Entrare in una dolceria modicana dove ancor oggi tale prodotto è preparato artigianalmente vuol dire immergersi in alcuni profumi caratteristici, cioè quelli propri degli ingredienti usati per la sua preparazione come la pasta di cacao amara, la zucchero semolato, i panetti di vaniglia oppure di cannella ed il burro di cacao.
Per entrare nel dettaglio, la ricetta prevede l'utilizzo di 500 gr di zucchero semolato, 500 gr di pasta di cacao amara, un panetto di cannella oppure di vaniglia ed una tavoletta di burro di cacao.
In passato tale dolce era preparato utilizzando alcuni strumenti specifici. Si sta parlando del celebre spianatoio costruito in pietra lavica ed avente la caratteristica forma a mezza luna. La sua base presenta due cavità sotto le quali è posto un contenitore per il carbone, strumento necessario per riscaldare gradatamente lo spianatoio stesso e permettere così al burro di cacao di sciogliersi.

Quest'ultimo ingrediente è necessario per far amalgamare bene tutti gli altri. Proprio in tale spianatoio tutti gli ingredienti anticamente erano lavorati ed amalgamati grazie all'ausilio non solo del calore, ma anche di un mattarello cilindrico di pietra ed avente un peso diverso in base alla fase di lavorazione il cui è utilizzato. La ricetta tradizionale vuole che i vari ingredienti subiscano tre passate del mattarello fino a superare una specifica fase di lavorazione, cioè quella della raffinazione. L'impasto così ottenuto va posto in appositi contenitori aventi la particolare forma rettangolare; tali contenitori vanno battuti per consentire al panetto di cioccolato di ottenere la sua caratteristica forma squadrata acquisita dal suo celebre contenitore. Sempre in base alla ricetta tradizionale, tali contenitori servono per conservare il dolce finchè non si raffredda, fase necessaria per far assumere al dolce stesso le sue peculiari caratteristiche come l'aspetto lucido ed le sue scalanature che facilitano la sua suddivisione. Attualmente gli stessi ingredienti sono lavorati direttamente nei tegami più moderni, comunque sempre utilizzando una fiamma molto bassa. L'attuale rispetto della tradizionale ricetta di questa prelibatezza si vede nell'utilizzo delle celebri formelle già più volte citate, ancor oggi create dai superstiti lattonieri e stagnini ed in cui il dolce è riposto e le varie fasi di lavorazione, come la battitura delle formelle stesse e la fase di riposo che deve durare per almeno ventiquattr'ore in un luogo fresco.

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