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UNA
GOLOSITA' IN "ESPANSIONE" (tratto
dal mensile Dolcesalato)
Cenni storici
La colomba pasquale fa certamente la parte della
sorella minore nella famiglia dei dolci da ricorrenza,
dove dominano panettone e pandoro, ma il suo consumo
è in costante crescita, grazie anche alla
fantasia delle sue numerose varianti. Forse più
di ogni altro dolce, la colomba ha alle spalle una
storia antica e ricca di suggestioni che attinge
da testi bibblici e dalla leggenda, proponendo nella
sua forma, l'ancestrale impronta votiva. Essa si
può far discendere dalla focaccia, che ha
una stretta parentela con dolci presenti in diverse
regioni italiane. E' un dolce a lievitazione naturale
con successivi "ritocchi" e si differenzia
dal panettone per la sua assenza di uva sultanina,
al posto della quale è inserita solo la scorza
candita e, per la rifinitura, la cosidetta "ghiaccia",
che ben dosata sulla superficie, contribuisce ad
aumentarne la gradevolezza. La pasta mandorlata
di copertura conserva tutto il calore terreno delle
mandorle e contrasta, sotto i denti, con l'umida
morbidezza dell'interno, aumentata anche dall'inserimento
della scorza d'arancia candita, il cui aroma è
soffuso in ogni parte del dolce.
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Il
lievito madre
Per ottenere un prodotto davvero eccezionale nella
produzione di lievitati da ricorrenza è consigliabile
impiegare il lievito madre. L'elemento attivante di
un processo di fermentazione può essere un
succo di frutta o della polpa di frutta (es. albicocca,
uva e mele). Basta frullare 100 g di frutta, passarla
al setaccio e impastarla con 200 g di farina e 100
g di acqua minerale gassata (questa contiene anidride
carbonica, elemento essenziale per la trasformazione
in pasta acida) fino a ottenere una massa omogenea.
a questo punto si copre l'impasto con il cellofan
e lo si pone a lievitare a 26°-28°C per circa
48 ore. In ogni caso è necessario attendere
che l'impasto abbia raggiunto il triplo del volume
iniziale. Una volta raggiunto tale volume bisogna
impastarlo ancora con pari peso di lievito e farina
più 45-50% di acqua. Questi rinfreschi devono
essere eseguiti fino a quando il lievito sarà
giunto a giusta maturazione in 4 ore a 28°C. A
questo punto si potrà procedere ai rinfreschi
preparatori per l'impasto della colomba (o del prodotto
che si vuole realizzare).
La conservazione
Il lievito madre, oltre a essere impiegato per una
pasta lievitata (come la preparazione della colomba)
può essere conservato anche per altre preparazioni,
pertanto è consiglaibile riporlo al meglio.
Il procedimento per la conservazione è il seguente:
Prima di tutto rinfrescate il lievito con farina
e acqua, come indicato in precedenza. E' fondamentale
lavorare il lievito madre in condizione di massima
igiene e, quando l'impasto (lievito madre) sarà
omogeneo e asciutto, avvolgetelo con un telo pulito,
legato non troppo stretto e mettetelo a riposare in
un ambiente fresco a (18°C) per 12-24 ore. Il
lievito legato nel telo si inacidisce più lentamente
dando garanzia di produzione ottimale. Se lo si lascia
all'aria, al contrario, si inacidisce più velocemente,
consumando gli zuccheri in metà tempo. Per
conservare il lievito madre per un periodo più
lungo (4-5 giorni), aumentate le dosi di farina e
acqua di tre o quattro volte rispetto al dosaggio
usato per un rinfresco normale. Quindi conservate
il lievito madre in frigorifero a 6°-7°C,
per rallentare ulteriormente l'attività fermentativa.
Per rinnovare nel tempo il lievito madre, conservato
per uno o più giorni, è consigliabile
usarne solo la parte centrale, quindi procedere nel
modo seguente: Rinfrescate "la madre" per
tre volte, secondo le modalità già indicate
per il rinfresco, affinchè acquisti la forza
necessaria. Lasciare l'impasto a una temperatura
di 27°-28°C e dopo 4 ore effettuate l'operazione
di rinfresco. Lasciate che l'impasto triplichi
il proprio volume ogni volta. Togliete dal terzo
rinfresco un pezzo di lievito che servirà da
madre nelle lavorazioni successive, mentre il
restante potrà essere usato per gli impasti.
Per la conservazione della madre procedete come già
indicato (avvolgete in un telo molto robusto e legate
con una buona corda, ecc.). Per conservare il lievito
madre per periodi superiori a una settimana
bisogna invece effettuare il seguente procedimento:
mettete in planetaria, a pari peso, lievito madre
e farina e mescolare in prima velocità fino
a ottenere una polvere omogenea. Stendete la polvere
su unpiano e fatela asciugare completamente. Conservatela
in frigorifero in un sacchetto di plastica a 6°-7°C.
Mescolate la polvere con acqua e procedete alle operazioni
di rinfresco, come sopra indicato, fino a ottenere
un lievito maturo, qualora ne servisse di nuovo. Controllate
sempre la qualità del lievito madre, assaggiandolo
prima dell'utilizzo o verificandone il livello di
acidità con il piaccametro.
Un lievito madre di qualità
Per un buon risultato nelle preparazioni dolciarie
è indispensabile impiegare soltanto un lievito
perfettamente maturo. Quando ilmlievito è
maturo ha un sapore leggermente acido, la pasta è
bianca e soffice con alveoli allungati. Il ph è
4/4,10 e il profumo alcolico. Quando il sapore
è acido-amaro, il colore della pasta è
grigiastro, gli alveoli rotondi il ph 3,7/3,8 e il
profumo acido e pungente il nostro lievito madre sarà
troppo forte. Saremo invece in presenza di un lievito
troppo debole quando si presenta di sapore acido-dolciastro,
colore bianco, pasta scarsamente alveolata, ph 5/5,5
e con profumo di farina. E', infine, inacidito quando
il spore è acido-acetico, odora di formaggio,
il colore è grigio, la pasta vischiosa e il
ph molto basso.
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