INTERVISTA A PAOLA CABALA - PASTICCERIA GRANDAZZI " L'OFFICINA
DEL CIOCCOLATO" |
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D.
HA PARLATO DEI BOERI, DEGLI ATTREZZI E DELLE PIODE. QUALI ALTRI
PRODOTTI SI POSSONO TROVARE NEL VOSTRO LABORATORIO? |
R.
Oltre ai boeri, agli attrezzi e alle piode, prodotti di punta
del nostro laboratorio sono le uova pasquali e la tavolettera.
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D.
LA TAVOLETTERA? |
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R.
Proprio così. Ero in treno che tornavo da una fiera, con
mia sorella. Abbiamo deciso di andare a bere qualcosa nel vagone
ristorante quando noto che, in uno dei depliant che avevamo portato
in fiera, c'era una lettera. Da lì è nata l'idea
della tavolettera!
Fino ad allora non facevamo tavolette: le consideravamo un prodotto
muto, anonimo, incapace di attirare l'attenzione della gente.
La tavolettera, al contrario, è una "tavoletta che
parla": è una tavoletta normale, inserita, insieme
ad una poesia, in una di quelle vecchie buste con chiusura "a
V". A seconda della ricorrenza, ci sarà una poesia
per il Natale, per la Pasqua, per la festa della mamma, per il
papà o per San Valentino.
In questo modo offriamo un prodotto che coniuga tradizione e originalità,
a prezzi contenuti. Ormai infatti la gente ha tutto
bisogna
darle l'originalità. La gente non compra l'articolo, ma
il valore aggiunto.
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D.
LEI SI DEFINISCE TRADIZIONALISTA (PER CUI IL CIOCCOLATO E'
AL LATTE, BIANCO, FONDENTE, AL MASSIMO GIANDUIA) OPPURE INNOVATRICE?
R.
Mi piace sperimentare e innovare, ma nei limiti del lecito.
Non amo le cose forzate. Inoltre, come in ogni attività
commerciale, bisogna cavalcare l'onda: la gente chiede il
peperoncino, allora bisogna accontentarla. Una volta ho provato
a fare una pralina con il ripieno all'aceto balsamico, ma
non mi convinceva tanto. Amo soprattutto gli abbinamenti tradizionali,
ad esempio quello che combina il cioccolato con il rhum o
con altri liquori.
Abbiamo provato a realizzare una tavoletta speziata con lo
Yogi
E' buonissima! Con questo prodotto (realizzato
con cioccolato e Yogi, entrambi del commercio equo e solidale,
e che sarà poi commercializzato da quest'ultimo) parteciperemo
ad un progetto di Eurochocolate a Perugia.
D.
VOI PARTECIPATE A DIVERSE FIERE E MANIFESTAZIONI, IN ITALIA
E ALL'ESTERO. COME GIUDICATE QUESTE ESPERIENZE?
R. Ottime, sotto molti punti di
vista. L'esperienza fieristica, se fatta bene, è positiva,
soprattutto si ha da guadagnarne in fatto di immagine.
Per quanto ci riguarda, curiamo tutto nei minimi particolari:
ad esempio, per richiamare il nostro essere "officina
del cioccolato", in fiera siamo vestiti con tute e cappello
da officina marroni.
In questo mondo anonimo la fiera è uno strumento importante,
perché aiuta a farsi conoscere.Le persone hanno infatti
la possibilità di incontrare noi e i nostri prodotti,
e vedere che siamo proprio noi a produrli, con le nostre mani.
Spesso, inoltre, le persone che ci vedono in fiera chiedono
di venire a visitare il nostro laboratorio, pensando che dietro
di noi ci sia una realtà enorme, e rimanendo poi stupiti
del fatto che si tratta invece di una realtà a conduzione
familiare.
In futuro parteciperemo a Eurochocolate con il progetto della
tavoletta allo Yogi, e forse al Choccoshow di Bologna.
Abbiamo anche partecipato ad alcune edizioni del "Monte-Carlo
Gastronomie" e al mese del made in Italy a Londra nel
2004, dove ho avuto la possibilità di entrare in contatto
con dei buyer di Harrod's.
D.
L'IMPORTANZA DELL' ACCOGLIENZA: CHE VALORE HA PER LEI E PER
LA SUA AZIENDA?
R. Spesso i turisti che vengono
nell'Ossola passano nel nostro laboratorio, per una visita,
una degustazione, per sentirsi raccontare da me la storia
del cioccolato.
Una volta, ad una fiera, ho conosciuto un gruppo di milanesi.
Io gli ho organizzato un tour nell'Ossola, consigliandoli
su cosa andare a vedere, su dove mangiare e dormire. Poi sono
venuti da me. Era giugno, faceva caldo
Giunti al mio
laboratorio, stremati, hanno avuto modo di riposarsi sulle
panchine nel giardino, dove avevo allestito loro un rinfresco,
con salatini e pasticcini fatti da noi. Hanno così
avuto modo di visitare il nostro laboratorio e di degustare
i nostri prodotti.
Abbiamo lavorato anche con le scuole. Quando mio figlio, che
fa seconda elementare, a scuola stava studiando i prodotti
agroalimentari, ho pensato: "Perché non parlare
anche del cioccolato?". Prima con una serie di lezioni
in aula, con le maestre, poi direttamente in laboratorio,
dove i bambini hanno potuto vedere il ciclo di lavorazione
del cioccolato. Hanno potuto così ammirare i semi di
cacao, la massa pura di cacao e i diversi ingredienti che
servono per arrivare al prodotto finito, quali latte, nocciole,
zucchero
Ho anche distribuito loro delle poesie sul
cioccolato.
Il cioccolato è un prodotto che si presta tanto: i
bambini lo amano e poi devono anche capire che è un
elemento importante per l'alimentazione. Anche le mamme ne
sono state contente.
D.
TERMINIAMO CON UN SOGNO REALIZZATO E UNO ANCORA DA REALIZZARE
R. Il mio sogno realizzato
è sicuramente il laboratorio! Avevo sognato sul libro
"Chocolat", prima ancora che uscisse il famoso film...
"Che bello sarebbe
", mi ero detta. Un altro
sogno realizzato è sicuramente quello della vendita
all'estero, in Inghilterra, Russia, Germania, Svizzera
Per quanto riguarda il sogno da realizzare, uno su tutti è
che i miei figli continuino l'attività e che ci sia
quindi la continuità familiare che c'è stata
finora. In fondo è la nostra storia. E mio nonno, se
ci potesse vedere, sarebbe fiero di noi!.
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Chococlub
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