Tratto
da "Il Caffè" di Jon Thorn
Così
come per il vino anche per il caffè esiste l'arte della degustazione,
un' arte che per essere imparata necessita di pazienza, tempo, entusiasmo.
Per la verità imparare a degustare il caffè è un'operazione
molto differente dalla degustazione del vino in quanto il gusto di quest
ultimo rimane più a lungo sul palato.
Come per il vino, è altrettanto importante conoscere la terminologia
ed acquisire un vocabolario appropriato da utilizzare al meglio.
Esistono tantissime varietà di caffè e tale grossa scelta
può essere un ostacolo per chi si cimenta per la prima volta nella
degustazione. A questo bisogna aggiungere il differente aspetto dei chicchi
a seconda della qualità. Per questi motivi molti appassionati di
caffè sono restii nell'intraprendere un corso di degustazione e
si limitano a mantenerla come hobby piuttosto che affinarla facendola
diventare una vera e propria arte.
Un assaggiatore di caffè professionista possiede diversi
attrezzi:
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-tazzine
-confezioni campione
-vassoi
-misuratori
-un macinino
-un tostacaffè
-cucchiaini da degustazione
-una sputacchiera
Se
degustare il vino è un'abilità che si acquisisce dopo alcuni
anni d'esperienza, imparare a riconoscere i vari tipi di caffè
non richiede meno tempo anche perchè per valutarlo bisogna tenere
conto di alcuni criteri:
- tipo (robusta, lavato, arabica)
- corposità (pesantae, scarso)
- sensazione in bocca
- difetti
- aroma
- pienezza
- sapore
- età
Una degustazione tipo avviene generalmente in questo modo:
innanzitutto il degustatore valuta i chicchi verdi e ne odora un campione
appena macinato; esso viene lasciato in infusione nell'acqua ed annusato.
Dopo circa tre minuti mescola nuovamente ed il campione prelevato con
un cucchiano viene assaggiato distribuendolo all'interno di tutta la bocca
ed infine sputato.
Questa operazione viene ripetuta per ogni campione e vengono presi appunti
e la valutazione avviene generalmente utilizzando una scala da 1 a 5.
E' bene ricordare dopo circa 15 minuti, quando la bevanda si sarà
raffreddata, di assagguarla nuovamente.
Tratto
da "Il Caffè" di Jon Thorn
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