L’avventura
del cioccolato inizia in America, talmente tanto
tempo fa che ancora questo continente non portava il
suo nome attuale. Nell’umidità costante del clima
messicano, un piccolo albero produceva i suoi frutti
simili a zucche contornati dalle foglie di colore verde
scuro: la pianta del cacao.
E’ grazie agli insetti ed agli altri animali che si
cibavano di questi frutti se queste piante si estesero
oltre i confini del Messico per arrivare sino
all’attuale Guyana del sud: nutrendosi del frutto,
infatti, trasportavano via anche i suoi semi così
permettendo alla terra di far nascere sempre più
alberi di cacao. Presto, anche l’uomo si accorse della
bontà di tale frutto ed iniziarono così
a diffondersi le piantagioni.
I primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della
pianta del cacao furono i Maya. Tale civiltà
risale a circa duemila anni prima della scoperta dell’America.
Le terre che si estendono fra la penisola dello Yucatàn,
il Chiapas e la costa pacifica del Guatemala furono
quindi le prime a vedere l’inizio della storia del cioccolato.
La leggenda dice che la coltura del cacao fu sviluppata
dal terzo re Maya: Hunahpu.
La storia ci riporta che il frutto di tale pianta era
considerato talmente prezioso che era utilizzato anche
come moneta presso la popolazione Maya.
Intorno al X secolo, avvolto dal mistero, si
assiste alla distruzione di questa grande civiltà.
Presto la tribù dei Toltechi, proveniente dal
nord, si stabilì in questa regione. La capitale
fu scelta nella città di Tollan (oggi identificata
nella città di Tula, a nord di Città del
Messico); il re, un uomo di pace, Topiltzin Quetzalcoàtl
(Serpente Piumato), fu costretto da violente pressioni
interne a fuggire a sud sino alla città di Chichèn,
una città Maya nella penisola dello Yucatàn.
Presto il re venne divinizzato entrando così
a far parte della mitologia azteca.
Il
tesoro del Dio Quetzalcoàtl
La mitologia narra che il Dio possedesse un immenso
tesoro composto da “tutte le ricchezze del mondo, oro
e argento, pietre verdi chiamate chalchiuitl ed altri
oggetti preziosi, come una grande abbondanza di alberi
di cacao di diversi colori”.
La leggenda narra che, quando Quetzalcoàtl era
ancora un re, a causa di una grave malattia che lo aveva
colpito, venne spinto a bere una pozione che gli avrebbe
ridato la salute ed invece lo portò alla pazzia:
fuggì verso il mare dove trovò una zattera
di serpenti intrecciati e si allontanò scomparendo
nel mistero.
Prima di partire però, Quetzalcoàtl promise
che avrebbe fatto ritorno per riprendersi il suo regno
nell’anno posto sotto il segno del “Ce-acatl”.
Secoli più tardi, nel 1519, anno sotto
il segno del “Ce-acatl”, una grande nave carica di uomini
con scintillanti armature come scaglie di serpente ed
elmetti piumati, fece la sua comparsa vicino alla costa
orientale del regno azteco.
Immediatamente l’imperatore Montezuma credette alla
profezia ed accolse pacificamente quella nave pronto
a restituire il regno al Dio Quetzalcoàtl.
Sul battello però non vi era il Dio azteco ma
un conquistatore spagnolo: Hernàn Cortès.
Vennero offerti molti doni quali oro, argento, pietre
preziose, schiave e… cesti pieni di semi di cacao.
I conquistatori diedero inizio all’espansione della
conoscenza del cioccolato in tutti i continenti purtroppo
però… distrussero una delle più brillanti
civiltà della storia.