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CONCORSO
LETTERARIO NOVI "CIOCCOLATO...PASSIONE" 2004
Anche
quest'anno la Novi propone il Concorso Letterario "Cioccolato...passione"
2004 giunto ormai alla 5° edizione. Qui di seguito troverete
il regolamento.
1 - I partecipanti dovranno
completare l'incipit del racconto (vedi fondo pagiana)
di Melania G. Mazzucco con un elaborato inedito, che ne sviluppi
coerentemente i temi, il cioccolato, valorizzando il cioccolato
come motivo conduttore.
2 - Ogni concorrente potrà
partecipare con uno o più elaborati, in lingua italiana,
della lunghezza massima di 5 cartelle (9000 battute).
3 - Ogni testo dovrà
contenere, in calce, le generalità del concorrente: nome,
cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono.
Gli
elaborati dovranno pervenire, in tre copie dattiloscritte, entro
il 31 luglio 2004, esclusivamente tramite posta, (farà
fede il timbro postale), al seguente indirizzo: Concorso Letterario
Novi - Strada Serravalle, 73 - Novi Ligure (Alessandria).
4 - Gli elaborati sono sottoposti
al vaglio della giuria, composta da Melania Mazzucco, Bruno Gambarotta,
Ernesto Ferrero, Rosetta Loy, nico Orengo.
5 - Saranno selezionati dieci
testi finalisti, tra i quali in sede di premiazione verrà
proclamato il vincitore.
6 - I finalisti saranno avvisati
per raccomandata.
7 - I testi rimarranno a disposizione
dell'organizzazione del concorso e non verranno restituiti.
8 - I giudizi della giuria
che selezionerà le opere sono insindacabili.
9 - Per quanto non previsto dal regolamento, le decisioni
spettano autonomamente alla segreteria del concorso. La partecipazione
al concorso implica l'accettazione del presente regolamento.
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Unico
indizio una manciata di cioccolatini
L'incipit di Melania G. Mazzucco
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Il
sabato di Natale pioveva. Né la proprietaria della libreria
né il giovane commesso ricordavano con chi fosse entrata
la bambina. Di sabato, spiegarono alla polizia, da noi viene tanta
gente. E' vero che questa è una piccola città e di
vista ci si conosce tutti, ma il sabato arrivano anche dalla provincia
e un viso sconosciuto può passare inosservato. La piccola
libreria, a conduzione famigliare, non aveva telecamere, né
alcun sistema antitaccheggio. Non ha paura che i ladri le rubino
i libri? chiese il poliziotto alla donna. Tutti rubano i libri,
disse la signora, con un sorriso - non solo i ladri. Il poliziotto
non si stupì di apprendere che la libreria era sull'orlo
del fallimento. In ogni caso, quel sabato la libreria era affollata.
Il commesso ricordava alcune studentesse, i soliti clienti abituali
che gli chiedevano consiglio per i regali di Natale, la proffessoressa
di italiano del liceo, il generale in pensione, formidabile lettore
di gialli, il corrispondente locale di un quotidiano nazionale che
sognava da anni un delitto per mettersi in luce, il macellaio appassionato
di romanzi rosa - ma proprio non ricordava nessuno che fosse entrato
nella libreria con la bambina. Lei sì, però, l'aveva
notata. La bambina aveva scartocciato qualcosa - sul momento gli
era sembrata una caramella o una merendina - e aveva cominciato
a sgranocchiare. Ora, è proibito mangiare in una libreria,
e poi la bambina aveva le mani sporche, e il ragazzo aveva paura
che macchiasse i libri. Stava per rimproverarla, quando lo avevano
chiamato al computer, e poi non si era accorto di lei fino alla
chiusura. La bambina era seduta sul divanetto dei lettori, si leccava
avidamente le dita e sembrava aspettare qualcuno. attorno alle labbra
aveva un alone scuro - come di gelato, o di marmellata. Dovevano
chiudere. E nessuno veniva a prenderla. allora avevano chiamato
la polizia. La bambina non parlava. Forse era straniera. O muta.
Qualcuno l'aveva abbandonata nella libreria. O lei ci si era rifugiata
da sé, perché quel luogo illuminato le era parso un
rifugio nell'ostilità della strada. Comunque non sapeva dire
il suo nome - o non voleva farlo. Nessuno sapeva chi fosse. Non
aveva con sè una cartella, uno zaino, un quaderno né
un biglietto. Niente che potesse servire a identificarla o a capire
perchè, tutt'a un trtto, il sabato di natale, fosse piovuta
tra noi. La proprietaria della libreria le aveva frugato nelle tasche
in cerca di un indizio, ma non aveva trovato niente. Proprio niente?
Beh, qualcosa c'era - ma l'indizio pereva davvero labile. Nelle
tasche del cappotto c'era una manciata di cioccolatini. A forma
di pesce, banana, nocciola, barilotto di rum, moneta, pistola. No,
niente involucro, nulla che potesse ricondurre alla fabbrica. Il
poliziotto ne annusò uno, diffidente, e poichè il
profumo era invogliante, se lo cacciò in bocca. Il cioccolatino
gli ricordò una sensazione di felicità e di piacere
che giaceva, dimenticata, in un angolo della sua memoria.
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Chococlub
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