Santo Stefano Belbo

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Regione: Piemonte
Provincia: Cuneo
Altitudine: 175 metri s.l.m.
Abitanti: 4.155
Patrono: San Rocco
Festa patronale: 15 agosto
Mercato: Mercoledì


 
Descrizione
S. Stefano Belbo si trova a 175 metri s.l.m., raggiungendo nel versante nord di alta collina quote fino a 590 metri. Borgo di origine romana passò ai Marchesi del Monferrato, che lo cedettero, nel 1311, a Manfredo IV che lo passò agli Scarampi nel 1337. Nel 1515 ritornò ai Marchesi di Incisa e ai Marchesi Corti. Passò ai Savoia nel 1613 e successivamente lo ebbero i Beccaria Gratarola Incisa per donazione nel 1717. Il Re Vittorio Emanuele III concesse lo stemma comunale nel 1902.
Da Visitare
I resti dell'Abbazia di San Gaudenzio, una delle più antiche del Piemonte (secolo X) e le rovine della torre. La Chiesa Parrocchiale costruita nel 1926 conserva una preziosa croce di rame argentato, antichissima, appartenuta all'Abbazia di San Gaudenzio. Sparse sulle colline numerose le Cappelle votive.

I LUOGHI PAVESIANI
Santo Stefano Belbo è celebre non solo perchè vi nacque Cesare Pavese (9/9/1908), ma per essere stato l'ambiente ideale, lo scenario di un capolavoro letterario del '900, "La luna e i falò". La sensibilità dello scrittore ha fatto in modo che le colline intorno a Santo Stefano diventassero lo specchio di una esperienza interiore tanto profonda ed interessante da decretare il successo del romanzo nel mondo.

PREMIO LETTERARIO CESARE PAVESE
Il concorso, nato nel 1983, ha visto aumentare il numero dei partecipanti, molti giungono da diverse nazioni. La selezione ed il giudizio sono opera di una giuria qualificata e le premiazioni avvengono l'ultimo sabato di agosto presso la casa natale di Cesare Pavese, sede del CEPAM, che organizza la manifestazione.

Piatti e Prodotti Tipici

Produzioni alimentari
frutta, ortaggi.

Produzione di vini
Pur essendo stato riconosciuto come vino a denominazione di origine controllata nello stesso anno dell'Asti (1967) e pur nascendo esattamente dallo stesso territorio, di cui appunto Santo Stefano Belbo rappresenta una delle zone migliori, il Moscato d'Asti ha una storia e una struttura produttiva del tutto diverse. Infatti, se l'Asti può essere considerato il frutto di una realtà industriale, il Moscato d'Asti nasce in gran parte da aziende a conduzione familiare, che dopo avere vissuto a lungo vendendo le proprie uve alle grandi cantine della zona hanno iniziato progressivamente a trasformare e a imbottigliare una parte del loro prodotto dedicandosi, con coraggio e lungimiranza, a un vino meno conosciuto ma certo meno compromesso sul piano dell'immagine di quanto non lo fosse l'Asti in quei periodi.
Questo processo, iniziato in modo pionieristico e artigianale durante la seconda metà degli anni Settanta, ha visto la sua vera e propria esplosione tra la fine degli anni Ottanta e l'inizio degli anni Novanta. Il grande progresso qualitativo si è però avuto solo negli ultimi anni, quando il proliferare continuo di etichette ha costretto a una competizione sempre più esasperata, che se da un lato è stata giocata più di una volta sui prezzi dall'altro si è dovuta giocare anche sulla qualità, visto che il Moscato d'Asti, fin dalla sua nascita, si è sempre rivolto a un pubblico di intenditori. Tranne alcune rare eccezioni, le migliori espressioni del vitigno moscato sono dunque da ricercare nel mondo del Moscato d'Asti che, oltretutto, rispetto all'Asti, gode di un vantaggio organolettico non indifferente: più dolce, con una spuma più contenuta e con un gradazione alcolica inferiore, il Moscato d'Asti è infatti un vino più accattivante e più versatile, che si adatta alla perfezione con quasi tutti i dolci (cosa non così scontata per l'Asti) e che si fa apprezzare moltissimo anche da solo, magari in un caldo pomeriggio di agosto.
Vedi anche i comuni di Canelli, Calosso, Castagnole Lanze, Cossano Belbo, Mombaruzzo, Neviglie e Strevi.

Piatti tipici
cucina tipica delle Langhe.



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