INTERVISTA A MANUELA MALVASIO- CIOCCOLATERIA NELLA (Ivrea)
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D. QUAL'E' UN PRODOTTO DI CUI VA PARTICOLARMENTE FIERA E PERCHE'?
R. Cerchiamo di curare nel dettaglio
tutti gli aspetti di ogni singolo prodotto, dalle materie prime,
alla lavorazione, al packaging. E' un po' come se i prodotti
che escono dal nostro laboratorio fossero " tutti figli
nostri" e io li amo tutti alle stessa maniera. C'è
la pralina al miele, di cui ho parlato prima
oppure c'è
la "Castagrappa" con crema di marroni, prodotta inizialmente
in occasione della Festa della Castagna a Piverone, Comune situato
sulla Serra Morenica, dove le castagne vengono raccolte a mano,
come si faceva una volta
oppure la ganache al cavolo-verza,
che produciamo una volta all'anno in occasione della sagra del
cavolo verza di Montalto Dora. Una cosa vorrei aggiungere: abbiniamo
il cioccolato non solo con prodotti della regione Piemonte,
ma anche di altre zone d'Italia. Ad esempio, ci piace utilizzare
l'aceto balsamico che ben si accosta con il cioccolato.
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D. QUANTO SPAZIO E IMPORTANZA HA PER VOI L'ATTIVITA' FIERISTICA?
R. Per noi la presenza in fiere di settore è molto importante,
perché aiuta a farci conoscere e a trovare punti vendita
in zone limitrofe alla città dove si svolge l'evento.
Siamo stati a Eurochocolate a Perugia, al Choccoshow a Bologna,
a Cioccolatò a Torino e poi a Merano, Alba
e a
Parigi al Torneo delle Nazioni organizzato in occasione del
Salone Internazione Intersuc. Ci piace molto partecipare anche
ad altre iniziative: ad esempio, nel novembre 2002, abbiamo
organizzato una cena nel Castello di Pavone Canavese, vicino
ad Ivrea.
Lo scenario era magico: lasciate le macchine nel parcheggio
sottostante, si saliva a piedi lungo una gradinata illuminata
da tante candele accese aromatizzate al profumo di cioccolato,
in modo da creare un effetto scenico olfattivo notevole. Tutto
era curato nei minimi particolari: sui tavoli i centrotavola,
diversi per ogni tavolo, erano stati personalizzati con praline
di diverse forme e decorazioni e negli angoli della sala vi
erano sculture di cioccolato accuratamente realizzate. Il menù
era su carta di pregio profumata al cioccolato. Lo chef del
Castello abbinava con abilità le nostre praline dal ripieno
ricercato ai piatti di alta cucina, dall'aperitivo al dolce.
D.
QUANTO
CONTA L'IMMAGINE NEL SETTORE DEL CIOCCOLATO? PERI IL CONSUMATORE
FINALE CONTA PIU' O MENO DELLA QUALITA' DEL PRODOTTO?
R.
L'immagine conta tantissimo! Serve a catturare l'attenzione
e la curiosità del consumatore. Si può anche avere
un prodotto ottimo, ma fino a che il cliente non lo degusta
non lo può sapere. Per farglielo provare, bisogna carpire
il suo sguardo, curando il packaging all'eccesso, in modo che
il prodotto si faccia notare sullo scaffale uscendo dalla moltitudine
di prodotti concorrenti vicini. Anche perché una volta
che il prodotto è in bocca, il grosso del lavoro è
già stato fatto! Per questo curiamo molto i particolari
estetici, dall'incarto alle decorazioni a vista. Un esempio
?
I grani di pepe rosa dall'intenso colore rosso sul cioccolato
fondente della nostra tavoletta al pepe rosa.
D.
E' TEMPO DI VACANZA: SE POTESSE SCEGLIERE DI VISITARE UN PAESE
PRODUTTORE DI CACAO, DOVE ANDREBBE E PERCHE'?
R. Amo viaggiare, andrei ovunque!
Potrei dirle Sao Tomè o Santo Domingo
solo perché
alcuni giorni addietro ho letto un articolo interessante sulla
produzione di cacao in questi luoghi.
D.
PROGETTI PER IL FUTURO?
R. Sicuramente l'apertura, in autunno,
del punto vendita al minuto. Per quanto riguarda il mio sogno
nel cassetto, mi piacerebbe partecipare al Salon du Chocolat
di Parigi. E poi ho molte chimere
Vorrei ad esempio contribuire
a far conoscere il cioccolato artigianale
Nel mondo del
cioccolato c'è tanta confusione, per cui il consumatore
finale ha bisogno di essere guidato. Il dilemma è che
oggi il cioccolato artigianale non riesce a trasmettere all'utente
finale quanto sia valido. Per ovviare a ciò serve più
collaborazione tra gli operatori del settore e una gran voglia
di mettersi in gioco. Sarebbe bello trovare una qualche forma
di collaborazione tra diversi cioccolatieri: uniti, si potrebbe,
ad esempio, aprire in una grande città un unico punto
vendita, dove su ogni scaffale personalizzato vengono esposti
i prodotti artigianali di ogni azienda. Il consumatore avrebbe
così la possibilità di girare, comparare prodotti
diversi, rendendosi conto delle sfaccettature che offre il mondo
del "cioccolato puro", quello con solo burro di cacao
e poi magari acquistare tutto! Chissà che un giorno questa
fantasia di "concept store del cioccolato artigianale"
non possa diventare realtà
!
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Chococlub
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