Con
il tempo la cioccolata prese il sopravvento e divenne
una bevanda molto diffusa.
Nel 1720 padre Labat fece un resoconto della sua missione
nelle Antille, egli raccontò che i creoli della
Martinica usavano spesso l'espressione "alla cioccolata"
per dire "alle otto di mattina", rivelando
un'abitudine corrente e ben radicata. Infatti da più
di un secolo, la cioccolata era diventata una bevanda
quotidiana per i nuovi americani, di qualsiasi condizione
sociale fossero. Tuttavia, per ottenere il favore dei
coloni, la cioccolata aveva dovuto subire un notevole
cambiamento, senza il quale sarebbe probabilmente scomparsa:
le venne aggiunto lo zucchero.
Nel 1630, Thomas Gage fu testimone di questo entusiasmo
degli spagnoli del Messico per la cioccolata zuccherata.
Le dosi abituali erano: ogni cento semi bisognava aggiungere
mezza libra di zucchero. Il cacao veniva trattato secondo
la maniera indiana: veniva essiccato e poi triturato
su una pietra, la metate.
Nel 1568, un viaggiatore accennò a due piantagioni
spagnole in Messico, una a Quesala e l'altra a Tecoanapa.
Meno di un secolo più tardi, in seguito a un
rapido sviluppo sul continente, le prime piantagioni
apparivano nelle isole a Santo Domingo e in Giamaica.
Nel 1660 fu la volta dei francesi in Martinica. Legate
al Messico da stretti legami commerciali; le Filippine
ebbero le loro prime piantagioni di cacao nel 1663.
L'Ecuador, il Brasile e Trinidad attesero la metà
del XVII secolo, e l'Africa il 1882.
La reale diffusione del cioccolato in Europa avvenne
dal 1585, anno in cui giunse il primo carico commerciale
di cacao proveniente da Veracruz. Da quel momento in
poi vennero organizzati trasporti regolari fra le colonie
spagnole d'America e la madrepatria.
Nel secolo XVII alcuni cioccolatieri di Venezia, di
Firenze, ma soprattutto di Torino, divennero grandi
esperti nell'arte di preparare il cacao ed esportarono
i loro prodotti in tutta Europa.
Nel XVII secolo, la cioccolata aveva conquistato quasi
tutti. Nutriente, digestiva, stimolante, afrodisiaca,
efficace contro l'ipocondria, stimolante, utile per
l'alito e per la voce, queste erano le principali qualità
riconosciute in questa bevanda.
In questo secolo, in Europa, comparvero le prime fabbriche
di cioccolato, subentrando ai monasteri e ai conventi.
Il primo documento che riguarda la produzione di cioccolato
in Italia è del 1678 e si conserva negli archivi
storici di Torino.
Ma
la preparazione del cioccolato, in questo periodo,
era ancora di tipo arcaico, in quanto si basava
su primitive tecniche messicane: l'operaio triturava
i semi a mano, con l'aiuto di un cilindro di ferro,
inginocchiato davanti a una pietra inclinata e riscaldata.
Nel 1732 in Francia, Dubuisson inventa la tavola
orizzontale riscaldata con il carbone a legna, che
permette all'operaio addetto alla frantumazione
del cacao di lavorare in piedi in modo più
efficiente.
Nel 1778 sempre in Francia, nasce la prima macchina
raffinatrice idraulica della pasta di cacao.
Nel XIX secolo nacque un'industria fiorente, accompagnata
da importanti progressi tecnici, che avrebbe fatto
dell' "alimento degli dei" una squisitezza
accessibile a tutti.