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Immagini di "Pasticceria Internazionale"

STORIA DEL GELATO

Le origini del gelato sono controverse; sembra che già Alessandro Magno, durante le sue marce verso l'India, gradisse consumare miele, frutta e spezie impastati con neve. Turchi e Arabi sostengono che sorbetto sia una parola di derivazione araba: da "sharbat", cioè bibita fresca. La refrigerazione di estratti di frutta e sostanze dolci era di certo praticata da diversi popoli dell'Asia Minore. La leggenda fa risalire addirittura ad Isacco l'origine del gelato, che offrì ad Abramo latte di capra misto a neve.In Egitto i Faraoni offrivano agli ospiti calici nei quali era contenuta neve mista a succo di frutta. Nell'Antica Roma la prima ricetta somigliante ad un gelato si deve al generale Quinto Fabio Massimo; la neve necessaria veniva portata dal Terminillo, dall'Etna e dal Vesuvio sia nei popolari "Thermopilia", rifugio per viandanti accaldati, che nei sontuosi palazzi imperiali.

Nel corso del Medio Evo l'invenzione delle bevande fredde continuò a perfezionarsi in Oriente; pare sia stato proprio un discepolo di Maometto a scoprire il sistema per congelare i succhi di frutta mettendoli in recipienti che venivano a loro volta immersi in altri recipienti riempiti di ghiaccio tritato. Questo sistema è rimasto in uso per secoli, sino all'invenzione dei moderni frigoriferi. Nel Rinascimento esistono alcuni dati certi: a Firenze, ad esempio, il gelato ha avuto due padri: Buontalenti e Ruggeri.Bernando Buontalenti, famoso architetto, pittore e scultore con una passione per la cucina fu incaricato nel 1565 da Cosimo I de' Medici di organizzare un sontuoso ricevimento per una delegazione spagnola; fra le diverse preparazioni presentò anche il gelato. Grazie alle sue conoscenze di chimica, approntò una miscela simile a quella usata attualmente per produrre il ghiaccio artificiale.Il suo gelato era molto molle, ma ottenne una gran successo. Gli Spagnoli diffusero la notizia in Europa ed egli divenne molto famoso e ricercato.Secondo un'altra versione un tal Ruggeri, pollivendolo e cuoco, partecipò ad una gara alla corte dei Medici per la preparazione del piatto più strano mai visto.

Presentò un dolcetto gelato e conquistò il primato e il palato dei giudici. Andato a Parigi divenne rapidamente ricco e famoso, contribuendo alla conoscenza del gelato in terra di Francia. La larga diffusione del gelato in quel Paese si deve invece al siciliano Francesco Procopio de' Coltelli che utilizzò un'invenzione del nonno pensata allo scopo di migliorare il gelato allora esistente. Dopo molti tentativi scoprì che lo zucchero al posto del miele ed il sale miscelato con il ghiaccio miglioravano il prodotto e permettevano di conservarlo più a lungo. Nel 1686 Procopio aprì a Parigi un locale, il "Cafè Procope", e poco dopo, grazie al successo ottenuto si spostò in una sede più grande proprio di fronte alla sede della "Comedie Francaise" servendo agli avventori le sue famose "acque gelate", le prelibate "creme gelate" oltre a gelati e sorbetti di frutta. Luigi XIV gli conferì una patente reale che lo rendeva esclusivista di quelle delizie. Molti furono i frequentatori famosi di quel locale; basti ricordare, tra gli altri, Voltaire, Napoleone, George Sand, Balzac e Victor Hugo.Il gelato, comunque, nel diffondersi in Europa, assunse, soprattutto nei Paesi Nordici, il significato di un vero e proprio alimento.Negli Stati Uniti il gelato fu introdotto dal genovese Giovanni Bosio nel 1770; il veneziano Sartelli contribuì alla diffusione del gelato a Londra. A Parigi il napoletano Tortoni inventò il gelato tra due biscotti. A cavallo tra Settecento e Ottocento nacque l'usanza - ancora in voga oggi - di servire a metà banchetto il sorbetto, considerato un ottimo digestivo. Pian piano il gelato cominciò a modificarsi: ai succhi di frutta e al miele, vengono aggiunti latte, uova e panna. Non è un caso che la prima formula trascritta del gelato, così come lo conosciamo oggi, la troviamo alla fine del 1600 nell'Enciclopedia Britannica. Per quanto riguarda il cono gelato probabilmente nacque nel 1904 durante la Fiera Mondiale di St. Louis: un gelataio, avendo terminato i contenitori in cui proponeva i suoi gelati ai clienti, provò ad utilizzare dei wafer venduti da un banchetto lì vicino; l'accostamento wafer - gelato fu un gran successo. Le cialde, infine, sono il risultato di un'arte antichissima, quella dei "cialdonari", che già nel 1400 confezionavano impasti leggeri a base di acqua, farina, zucchero e uova. La paternità del gelato prodotto a livello industriale va all'America, che per prima perfezionò le macchine per una produzione massiccia di gelato. Tra l'altro furono gli americani ad incominciare ad utilizzare, a differenza degli europei, la panna al posto delle uova per l'impasto iniziale. E questa resta una delle principali differenze tra il nostro gelato e quello statunitense.

 

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