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Nocciola Piemonte IGP
GLI STANDARD QUALITATIVI
Naturalmente si quale nocciola ideale quella più apprezzata dal mercato e dal momento che viene destinata al consumo diretto soltanto una quota inferiore al 10% della produzione nazionale, ne consengue che gli standard qualitativi ottimali sono quelli richiesti dalle industrie alimentari e dolciarie per le loro lavorazioni.
Dal punto di vista morfologica, in connessione con l'elevata meccanizzazione di alcune operazioni quali la calibratura, la sgusciatura o la tostatura, rispondono meglio alle esigenze della trasformazione industriale frutti sferoidali, di medio calibro, con spiccata pelabilità. Da quello invece della composizione chimica, è il tenore in materia grassa in particolare, oltre al rapporto reciproco tra i particolari acidi grassi in essa contenuti, ad influenzare la destinazione dei frutti, a seconda che i prodotti derivati richiedano maggiore conservabilità, spalmabilità ecc. Ad esempio, un frutto con un alto contenuto di olio è più richiesto perl la preparazione di prodotti spalmabili, ma impone una maggiore attenzione nella conservazione essendo più soggetto all'irrancidimento; quindi l'industria è orientata ad apprezzarlo più o meno a seconda dell'impiego al quale è destinato o alla tempestività con la quale può utilizzarlo a partire dalla raccolta.
Ci sono poi caratteristiche merceologiche - benchè non previste da alcun disciplinare di produzione - che sono controllate ormai da quasi tutte le industrie dolciarie ed alimentari sui prodotti sgusciati, e tendono ad individuare una serie di parametri fissi come l'umidità, la presenza di prodotto avariato o cimiciato, la rivelazione in percentuale di frutti raggrinziti, ingialliti internamente o doppi, che sono strettamente vincolati alle condizioni di raccolta e conservazioni; così come la ricerca di rottami, di semi deteriorati meccanicamente e corpi estranei, oltre a quella sulla rispondenza alle calibrature dichiarate, indicano chiaramente l'efficienza funzionale degli impianti di cernita e sgusciatura.
Risulta perciò evidente che non basta più la semplice fornitura di una determinata cultivar per identificare la qualità dei frutti, ma occorre che ogni lotto di prodotto sia ritenuto idoneo secondo i limiti imposti dalle norme di qualità fissate da ogni utilizzatore: soltanto un corretto scambio di informazioni tra produttori, sgusciatori ed utilizzatori finali può consentire il raggiungimento degli obiettivi qualitativi indispensabili per affrontare il mercato
qualità e impieghi
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