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Nocciola Piemonte IGP
LE QUALITA' ALIMENTARI DELLA NOCCIOLA
I numerosi problemi posti dalla conservazione delle nocciole dopo la raccolta dipendono, paradossalmente, dalle positive caratteristiche alimentari di questo frutto, dotato di un elevato valore nutritivo.
La sua composizione, infatti, oltre a comprendere una buona percentuale di sodtanze zuccherine (14%), di elementi proteici (circa il 16%, compresi diversi aminoacidi essenziali presenti in proporzioni utili al fabbisogno umano), risulta ricchissima di grassi (oltre il 60 %) e questo si traduce da un lato in un alto valore alimentare (100 grammi di nocciole edibili producono poco meno di 700 calorie), ma dall'altro crea notevoli problemi di conservabilità soprattutto, come già si è visto, in rapporto al grado di umidità e di temperatura alle quali il frutto viene lavorato e conservato.


IMPIEGHI MODERNI ED ANTICHI
Oggi è ancora l'industria dolciaria ad assorbire la maggior parte della produzione corilicura destinata al consumo interno ed un così vasto impiego della nocciola ha avuto certamente origine da quella cioccolatiera. La fortuna della nocciola in questo settore è dovuta probabilmente all'intraprendenza di un artigiano torinese, Michele Orichet, che scoprì le gradevoli qualità organolettiche di un particolare tipo di cioccolato, ottenuto dalla mescola di cacao con pasta di nocciole tostate, che prese poi il nome di gianduja. Da allora, l'uso della nocciola impiegata come prodotto sostitutivo del cacao, grazie al particolare tipo di tostatura, ha trovato così largo gradimento nei gusti del consumatore che non è stato più abbandonato e soprattutto nei paesi nord-europei esso è tuttora sempre più orientato alla produzione di quei cioccolati che ne contengono una piccola percentuale.
La tostatura, per mezzo della quale la parte grassa del frutto libera i componenti aromatici così pregiati nella nocciola, rappresenta una fase essenziale nella lavorazione delle nocciole, proprio come per il cacao ed il caffè: una tostatura più o meno accentuata condiziona fortemente l'intensità e la pienezza dell'aroma del frutto, influenzandone anche la valutazione commerciale, che varia a seconda della zona di coltivazione (la stessa varietà allevata in contesti diversi contiene, ad esmpio, differenti percentuali lipidiche).

Per questa ragione le industrie dolciarie preferiscono provvedere direttamente alla tostatura, che viene effettuata in appositi forni rotativi a ciclo continuo, graduandola a seconda del prodotto finale al quale la nocciola è destinata.
Una volta tostata, come il pane, la nocciola dà il meglio di sè quanto a sapore, aroma e croccantezza, ma la distruzione della vitamina E operata dal calore (da 130° a 150° per 25-30 minuti) la espone ad una facile alterazione che ne consiglia il rapido impiego. Una ulteriore conservazione del prodotto tostato può ottenersi solo in sacchetti di polietilene accoppiato ad alluminio, che impedisce l'azione dannosa della luce, in contenitori sottovuoto o con atmosfera satura di gas inerte come l'azoto.
standard qualitativi
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