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I quattro fondatori del CONSORZIO CIOCCOLATIERI TORINESI da sinistra: GIANNI GERTOSIO, FRANCESCO CIOCATTO, ALDO FREZZATO, GIANFRANCO ROSSO |
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Con l'obiettivo di ravvivare ed attualizzare una tradizione ormai secolare e di tradurla in chiave moderna, è stato recentemente costituito il Consorzio Cioccolatieri Torinesi, che al momento comprende quattro professionisti del cioccolato operanti nella capitale sabauda. Francesco Ciocatto, Aldo Frezzato, Gianni Gertosio e Gianfranco Rosso hanno infatti dato vita ad un gruppo organizzato sulla base di idee comuni e della stima reciproca, mettendo insieme conoscenze ed esperienze in nome della ricerca della qualità. Partendo dalla volontà di comunicare in modo trasparente e preciso con il cliente-consumatore, il Consorzio propone in primo luogo, come linea guida fondamentale dell'attività associàtiva e del proprio lavoro, la riscoperta della lavorazione artigianale del cioccolato. E, in secondo luogo, ciò si verifica anche alla luce ed in antitesi con quanto stabilito dalla Direttiva Europea che consente l'introduzione, non superiore al 5%, di materie grasse di origine ve-getale diverse dal burro di cacao nella composizione del cioccolato. |
I quattro amici si uniscono e fanno la prima comparsa in occasione dell'edizione torinese di Eurochocolate a Torino. Seppure ancora in fase embrionale, il gruppo ha già ben chiare le proprie potenzialità e l'importante funzione da svolgere, in veste di catalizzatore di interesse e di motore per lo sviluppo in senso qualitativo del settore di produzione del cioccolato artigianale. E, sin dall'inizio, non mancano gli echi mediatici in proposito.
Torino Sette", il supplemento settimanale del quotidiano "La Stampa", ne presenta singolarmente i mèmbri dedicando loro delle schede biografiche, ma non manca di descriverli collettivamente in quanto: "Arti-giani del cioccolato, cioè artisti. Gente che ha saputo legare la tradizione se-colare di Torino, capitale del dolce, con le mode del Terzo Millennio ... 'senatori a vita' del buon gusto e ... portabandiere della più antica e genuina tradizione della capitale subalpina".
Conclusasi l'esperienza di Eurochocolate, i cioccolatieri decidono di proseguire sulla strada intrapresa e di lavorare al perseguimento degli obiettivi individuati. Risulta innanzitutto naturale il loro schierarsi a tutela e valorizzazione del "vero" cioccolato, contenente soltanto burro di cacao, senza però cadere in eccessi ideologici ed evitando di lanciare strali infuocati ed ingiustificati in direzioni della tanto deprecata Direttiva sull'introduzione di materie grasse vegetali alternative, il loro è il ragionato e competente punto di vista di chi conosce bene, a fondo, la materia e che non indulge in facili allarmismi. "Non si tratta di una truffa come taluni hanno detto e scritto, spesso in modo impreciso" - affermano i quattro esperti - "ma della semplice regolamentazione ufficiale di una situazione già esistente, che prevede comunque i surrogati. Il polverone sollevato dall'approvazione della Direttiva e la confusione nata in seguito sottintendono in realtà la soluzione di un problema tecnico - inerente la conservazione del prodotto e l'affioramento eventuale dei grassi che provoca un 'imbianchimento' del cioccolato - che può costituire un eventuale beneficio per l'industria. Introducendo materie prime vegetali differenti e più resistenti al calore, semplicemente si ovvia a tale questione ed il prodotto risulta così invariato, nel tempo, dal punto di vista esteriore". |
Tuttavia, al di là delle particolari questioni tecniche e delle eventuali future scelte a livello industriale, il gruppo sceglie con forza e determinazione di concentrarsi su una linea indipendente, d'impronta squisitamente artigianale, che conservi ed esalti invece il cioccolato "puro", preparato nella maniera tradizionale, e che determini e discrimini le caratteristiche che contraddistinguono e valorizzano la professione di cioccolatiere. Di conseguenza, si decide di optare per la differenziazione del prodotto, la certificazione delle materie prime, la metodologia di lavorazione classica, l'eccellenza qualitativa, la correttezza e la precisione, nonché la trasparenza del messaggio da inviare al grande pubblico dei consumatori. Ovvero coloro i quali, in definitiva, possono decretare con i propri acquisti il successo di questo o di quel tipo di prodotto dolciario. Niente guerra, quindi, ma definizione ed adozione di una propria ed originale strategia d'azione, per raggiungere i fini dichiarati. |
Ma quali sono, nel concreto, le azioni che il Consorzio 'Cioccolatieri Torinesi già attua e che si propone di realizzare nei mesi a venire? Dal punto di vista della comunicazione, come primo segnale visibile dell'appartenenza di ciascun titolare al gruppo, nelle sedi delle varie attività viene affisso il logo del Consorzio, che sottolinea la presenza di cioccolato artigianale e "puro". Poi, per aumentare la propria visibilità e per divulgare il messaggio desiderato, i cioccolatieri prevedono una campagna di comunicati stampa - già partita - destinata ai mezzi di comunicazione di massa (riviste, quotidiani, giornali femminili, passaggi televisivi e così via), l'apertura di un sito Internet in avvenire e la partecipazione al Salone del Gusto, che si svolgerà a Torino nel mese di ottobre. In tale occasione, i mèmbri del Consorzio hanno a disposizione ciascuno un'area espositiva personale, con stand affiancati affinchè le quattro realtà individuali risultino unite in uno spazio unico, sia materialmente che dal punto di vista ideale. E lo svolgimento del Salone torinese -che ha una forte valenza internazionale - coincide anche con la messa a punto definitiva e con la presentazione delle confezioni-degustazione. |
I quattro cioccolatieri proporranno infatti dei cofanetti multipli speciali, in cui ognuno inserirà un repertorio significativo della propria produzione e che, in quanto ventaglio di gusti e di differenti articoli artigianali abbinati ad un packaging studiato ad hoc, costituirà al tempo stesso uno strumento di riconoscibilità per il Consorzio, un mezzo promozionale efficace ed un contributo prestigioso alla riscoperta della tradizione dolciaria locale. Inoltre, sempre nell'ottica di un'azione in collegamento con il territorio e di rivalutazione dei prodotti tipici piemontesi, è anche in corso, parallelamente, una proposta di assegnazione IGP al Nocciolaio, da affiancare a quella relativa ai grissini rubata, per cui si prevede un sostegno da parte della Provincia. Obiettivi precisi e concreti dunque, da soppesare e realizzare in comune attraverso l'accurata costruzione di un'immagine, supportata da un effettivo e verificabile contenuto qualitativo, da diffondere tramite una campagna di comunicazione diretta non tanto alla categoria quanto ai consumatori: ecco quanto auspicano Ciocatto, Prezzato, Gertosio e Rosso nel propugnare la propria linea d'azione. |
E' dall'unione dei quattro "artigiani del cioccolato, cioè artisti" - così come sono stati definiti sulle pagine de "La Stampa" - dovrebbe, secondo gli intenti comuni, scaturire la creazione di un polo d'attrazione, capace di richiamare l'attenzione e di risvegliare la consapevolezza del grande pubblico. E non mancano entusiasmo e determinazione al Consorzio, fondato soprattutto sulla consapevolezza che ... "l'unione fa la forza" e che, lavorando insieme, esiste la possibilità di realizzare progetti che individualmente non era stato possibile attuare in passato. Proprio per questo motivo, il gruppo auspica di trovarsi con nuovi colleghi, mossi dallo stesso entusiasmo e dal desiderio di valorizzare e promuovere gli stessi ideali, magari approfittandone per divertirsi insieme in momenti di lavoro comune, convivialità e propositivi confronti informali. E tutto ciò non può che andare a vantaggio della professione, del cioccolato artigianale e, in ultima analisi, di chi lo ama e ne ricerca la genuinità e la qualità, al di là delle mode e delle più o meno opinabili ed eventuali versioni future.
IL CONSORZIO CIOCCOLATIERI TORINESI COLLABORA CON CHOCOCLUB