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Di
tutti i ritmi che compongono il ricchissimo folclore dominicano, il merengue è
senz'altro quello che meglio esprime la cultura popolare e in quanto tale, è
in continua evoluzione, di generazione in generazione, cambiando di pari passo
con la gente. L'allegria innata degli abitanti dell'isola si esprime al ritmo
dei suoni popolari "...ballando", come suggerisce un verso di una famosa
melodia di carnevale "nelle strade di giorno, ballando nelle strade di notte".
Chiunque ascolti un merengue rimarrà affascinato dal contagioso ritmo della
gùira (strumento musicale, simile a una grattugia), della tambora (piccolo
tamburo) e della fisarmonica. Proprio come accadde in Austria nel sec. XIX,
quando Lanner e Strauss portarono il valzer dalle taverne alle grandi sale da
ballo e ai teatri dell'impero, così il merengue dominicano è stato
interpretato da orchestre sinfoniche sia locali che straniere, grazie alle melodie
nate da importanti compositori dominicani di ieri e di oggi che hanno coltivato
le tradizionali forme musicali. Tra questi, ricordiamo Julio Alberto Hernandez,
Juan Francisco Garcia, José Dolores Ceron, Luis Alberti, Rafael Solano
e Bienvenido Bustamante insieme a Enrique de Marchena, Luis Mena, Francisco Ignacio,
Ramon Diaz, Manuel Simo, Juan Luis Guerra, Michael Camino e José Antonio
Molina. I dominicani hanno una particolare passione per la danza. Un osservatore
francese, Padre Labat, in visita sull'isola nel 1975, dopo che questa era stata
ceduta dalla Spagna alla Francia in seguito al Trattato di Basilea, scriveva:
"la passione principale a Santo Domingo è la danza e non crediamo
ci sia al mondo popolo più affascinato dal ballo." L'osservazione
è assolutamente corretta e solo il canto può tenere testa alla danza
nel cuore dei dominicani. Per tradizione, i bambini si addormentano al dondolio
della culla e al canto di una ninna nanna e crescendo il canto continua ad accompagnarli
prima nei giochi e poi con l'abitudine di cantare prima di mettersi a fare i compiti.
Analogamente il contadino nell'entroterra accompagna il suo lavoro nel conuco
(appezzamento di terra destinato alla coltivazione) intonando melodie, ballate
e cantos de hacha (canti tipici dei contadini, che accompagnano il raccolto).
Gli uomini cantano per Dio e per la donna amata, quando pregano e quando si innamorano,
origine della tradizione di dichiarare il proprio amore ad una donna con una serenata.
E il canto non può mancare anche in occasione della morte, quando per la
morte di un bambino nelle campagne viene intonato un baquini. | |